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La Cascina

“Questo è un luogo magico, con tanta storia.
Il nostro lavoro consiste non solo nel coltivare dell’ottimo riso ma anche nel rendere omaggio a questo spazio,
nel rispetto di quello che è stato, facendo di tutto perchè continui a vivere questa magia.”

Cascina Bonate

La proprietà si estende su una superficie di 200 ettari, totali di cui 160 circa coltivati a riso, 15 ha a soia e 10 a mais. Il riso e i cereali vengono raccolti autonomamente con mezzi aziendali e poi essicati e stoccati presso l’azienda stessa senza l’ausilio di contoterzisti, rappresentando un notevole valore aggiunto. La cascina è costituita dalla successione di tre corti. La prima che si incontra percorrendo la strada d’accesso al podere, la corte rustica di levante, è delimitata a nord dal lungo porticato in dieci campi e ad ovest dalla casa padronale che affaccia a nord, con il suo prospetto principale sulla seconda corte, posta ad ovest della prima, la corte padronale, che è delimitata a nord dalla stalla delle mucche, a sud dallo stallone delle manze e dalla ex stalla dei cavalli e dei tori, mentre a ovest, di fronte alla casa padronale è collocato l’edificio della ex scuola. La terza corte, posta ad ovest della seconda, è caratterizzata a nord dalle due stecche coloniche che tra loro delimitano una stretta corte chiusa ai lati da rustici, mentre a sud si trova l’ex porcilaia e, ad ovest, completa la cascina un nuovo corpo porticato sorto dove era collocato, un tempo, l’edificio della pila.

La storia del Territorio

Cascina Bonate si trova nel comune di Siziano, oggi uno dei maggiori centri del Pavese. Le attestazioni medievali del nome (Septezanum, Seteciano) permettono di risalire all’etimo *SEPTICIANUS, “proprietà fondiaria di Septicio”: quest’ultimo nome è un gentilizio romano testimoniato da un certo numero di iscrizioni funerarie rinvenute in area padana. Nel corso del basso Medioevo Siziano, sottoposta al dominio milanese ma collocata sul confine tra le terre di Milano e quelle di Pavia, si trovò al centro di contese politico-militari. A scopi difensivi i milanesi vi eressero una fortezza della quale ancora oggi sono visibili, in parte, le imponenti mura. Citato in documenti duecenteschi con l’appellativo di burgus, Siziano e il suo castello persero d’importanza nel momento in cui, con la conquista di Pavia da parte dei Visconti, venne meno la necessità di presidiare il confine tra Pavia e Milano. Donato in beneficio feudale dagli Sforza alla famiglia dei Biraghi, il borgo di Siziano andò incontro a una progressiva decadenza. Nel 1863 Siziano divenne capoluogo di comune, e nel 1871 venne aggregato a Siziano il comune di Campomorto, sede di un’antica abbazia, feudo e patronato della famiglia Mantegazza di Milano. Qui fu combattuta, nel 1061, una battaglia tra Pavesi e Milanesi che provocò numerose vittime. Il comune di Campomorto fu soppresso nel 1871 e unito a Siziano.

“Il nostro non è solo un lavoro ma una passione e un dovere, ma sopratutto una promessa. Si, una promessa!
Quella di dedicare anima e corpo in tutto quello che facciamo per garantire, alle persone che ci scelgono, qualità e serietà.
Solo così ci sceglierete ancora! Ci auguriamo che, con il nostro riso, possa arrivare anche tutto questo.”

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